domenica 17 marzo 2013

L'inventore e il materiale ubiquo - una piccola fiaba


C'era una volta un giovane inventore. Era molto intelligente, amava veramente inventare e passava quasi tutto il suo tempo rinchiuso nel suo laboratorio, mantenendosi con i risparmi che aveva messo da parte con piccoli lavoretti tempo addietro. Le persone lo consideravano strano e per alcuni era un po' pazzo.
  Erano mesi e mesi che nessuno lo vedeva uscire. Un bel giorno nella grande piazza comparve dal nulla, a mezz'aria, un bassorilievo con su inciso «Ciao mondo!». Cadde, si frantumò e scomparve. Alcuni credettero fosse opera di magia oscura e scapparono terrorizzati, altri non vollero credere ai loro occhi e fecero finta di niente. La notizia si diffuse e giunse anche alle orecchie del solitario inventore che non appena apprese, corse in strada urlando di gioia, esclamando: «Ce l'ho fatta! Ce l'ho fatta! Ho creato il materiale ubiquo!». Ovviamente tutti giustificarono il suo comportamento pensando fosse pazzo. Dopo essersi calmato, l'inventore andò in piazza. Spiegò ai suoi concittadini che aveva inventato un materiale che aveva lo straordinario potere di essere ubiquo, ovvero poteva trovarsi in diversi luoghi contemporaneamente. Creato un oggetto, lo si poteva materializzare contemporaneamente in qualsiasi luogo. Era grazie a questa proprietà che aveva materializzato il bassorilievo. Come al solito molti furono scettici e, anche credendo alla sua invenzione, non comprendevano come questa potesse essere utile, ma presto si dovettero ricredere.
  L'inventore tornò al lavoro e si rinchiuse nel suo laboratorio per mesi e mesi. Quando ne uscì aveva creato un incredibile macchinario con il suo materiale speciale. Molti suoi concittadini trovarono il macchinario molto utile e ne comprarono una copia ubiqua. Poco ci volle perché qualcuno capisse come funzionava il meccanismo di richiamo delle copie ubique, che non richiedeva alcuno sforzo. Le persone iniziarono a rivendere o a regalare copie ubique dei macchinari dell'inventore, le cui vendite, insieme con i guadagni, calarono bruscamente. Aveva speso ormai tutti i risparmi e dovette aumentare le ore di lavoro, nonostante fossero già tantissime, per poter inventare abbastanza velocemente. Smise addirittura di dormire, ma così le sue creazioni non erano più geniali come prima. Era un disastro: di lì a poco sarebbe morto di fame. Iniziò a chiedere l'elemosina e smise di inventare, perdendo la sua più grande fonte di gioia.
  Dopo un po' di tempo le persone incominciarono ad accorgersi della mancanza di nuovi macchinari. Andarono dall'inventore a richiederne altri, ma non lo trovarono. Qualcuno, passando in piazza, si accorse che quel mendicante, al quale aveva appena rifiutato la carità, era in realtà lo scomparso inventore. Gli domandò come mai fosse ridotto così, nonostante la genialità delle sue invenzioni che tutti volevano. Egli spiegò che poiché quasi nessuno lo pagava, lui non guadagnava abbastanza per vivere e inventarne di nuove, aveva provato, ma non gli era fisicamente possibile. Il suo interlocutore fu illuminato e comprese. Il caso voleva che questi fosse un giurista. Per porre rimedio alla situazione e permettergli di inventare ancora, elaborò una legge che consentiva l'utilizzo di macchinari ubiqui solo con un permesso, acquistato presso il loro creatore. Questa legge non bastò a impedire la copia frenetica dei macchinari ubiqui. Il giurista e l'inventore dovettero riunire i concittadini e far loro comprendere che agendo così impedivano a loro stessi di avere nuovi e più utili macchinari. Era meglio pagare per usare ciò che era veramente utile, piuttosto che non pagare per avere molti macchinari di minore utilità. L'inventore descrisse alla piazza i fantastici benefici che si sarebbero potuti ottenere con le sue nuove invenzioni. Il desiderio di tutti di usarle fu più forte di quello di copiare ogni macchinario senza pagarne il permesso. Il popolo fu illuminato e comprese.
  Da quel momento in avanti le persone cominciarono a pagare per avere il permesso di usare i macchinari. Questi divennero sempre più utili e le loro funzioni sempre più disparate. Oltre che per il lavoro l'inventore ne creò alcuni per la salute, la sicurezza e lo svago dei suoi concittadini. Gli acquirenti divennero moltissimi. Fu possibile abbassare i prezzi, aumentando la gioia dell'inventore e il benessere del popolo. Ogni tanto qualcuno usava copie ubique senza il permesso, ma, per fortuna, c'era sempre qualcun altro che lo vedeva e lo aiutava a capire che stava andando contro i propri interessi. L'inventore continuò a inventare. Al suo lavoro venne dato il suo giusto valore. La vita delle persone era migliorata e continuava a migliorare grazie alle nuove invenzioni. Vissero tutti felici e contenti.
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